Dispositivi intrauterini (spirali)


 
Il dispositivo intrauterino o IUD (dall’inglese, IntraUterine Device), detto anche spirale, è un piccolo dispositivo, generalmente a forma di T, di materiale plastico, medicato al rame o con un progestinico (levonorgestrel) che viene rilasciato ogni giorno in piccole quantità, che inserito all’interno della cavità uterina manifesta il suo effetto impropriamente definito contraccettivo, ma di fatto prevalentemente abortivo (1).
 
La presenza di un corpo estraneo induce nell’utero una reazione simil-infiammatoria, con produzione di cellule (linfociti, macrofagi e altre) e di sostanze prostaglandiniche,  che rendono molto difficoltoso l’annidamento e che sono dannose per gli spermatozoi. Molti autori (2) (3) (4) e gli opuscoli distribuiti dalla Schering (si veda l'immagine sotto riportata) concordano sulla prevalente azione anti-annidamento della spirale, per cui - senza tema di essere smentiti - si può considerare la spirale un abortivo precoce.  
 

La spirale induce un aborto?

Sì, la spirale induce un aborto. Le spirali, con ancora maggiore evidenza e frequenza rispetto a tutti gli altri contraccettivi, producono un elevato numero di aborti, pur essendo usate meno frequentemente delle pillole estroprogestiniche.
Nella ricerca online sull’effetto abortivo della spirale, occorre stare attenti ai risultati trovati. Per fare un esempio, impostando su Google una ricerca per sapere se la spirale induce un aborto, ci si imbatte in una pagina sulla quale si legge: È un’accusa che è spesso rivolta alla spirale/IUD, ma è vero esattamente il contrario! L’aborto, anche spontaneo, implica il distacco dell’uovo fecondato già impiantato nell’endometrio, o addirittura della placenta e del feto già in avanzato stato di sviluppo….  D’altra parte, è inutile negarlo, anche se la spirale non è sinonimo di aborto, il suo utilizzo può porre qualche problema etico in più rispetto all'assunzione dei contraccettivi ormonali, che agiscono impedendo l’ovulazione e, di conseguenza, la produzione di un uovo fecondabile. In effetti, l’effetto contraccettivo della spirale si realizza dopo la fusione dell’uovo femminile col seme maschile, quando ormai esiste la piena potenzialità di sviluppo di un nuovo individuo e l’uovo fecondato si è già diviso alcune volte formando una 'blastocisti', la fase più primordiale di evoluzione del feto composta di poche cellule” (5).

 
Nella prima parte della risposta, in cui viene spiegato perché la spirale non induce un aborto, è applicato il camuffamento linguistico operato dall’ACOG - The American College of Obstertricans and Gynecologists nel 1965 per poter rendere accettabile la diffusione della pillola e degli altri impropriamente detti contraccettivi, cioè la definizione Il concepimento è l’annidamento di un ovulo fecondato. La cosa più grave ed allarmante è che questa definizione, manifestamente falsa ed infondata dal punto di vista scientifico, sollecitata da potenti organizzazioni non governative per rendere più agevole la loro politica di controllo mondiale delle nascite, da molti anni è stata fatta propria dall’OMS (SRHR - Sexual and reproductive healt and rights) e dall’ONU (UNFPA) per imporre ai paesi in via di sviluppo la pianificazione familiare e la contraccezione fra le priorità per raggiungere gli “obiettivi del millennio”, e dagli organismi nazionali ed internazionali che dovrebbero tutelare  concretamente la salute dei cittadini, facendo loro conoscere i veri meccanismi di azione ed i potenziali danni delle varie sostanze e/o mezzi che vengono messi in commercio talora anche senza bisogno di prescrizione medica, piuttosto che agli interessi delle multinazionali farmaceutiche.
Nella seconda parte della risposta si ammette esplicitamente che viene interrotta la vita di un essere umano che ha già iniziato la sua avventura terrena in una delle tube di sua madre e che a causa delle modificazioni indotte dalla spirale non può annidarsi nell’utero di sua madre!
Una clamorosa dimostrazione della falsità della prima parte della risposta e della sfrontatezza di quanti continuano ad affermare tali cose sapendo di mentire e di ingannare tantissime persone!



In commercio sono disponibili:
 
  •  il dispositivo intrauterino medicato al rame
  • il sistema intrauterino ormonale
 

DISPOSITIVO INTRAUTERINO MEDICATO AL RAME (IUD-Cu)

Il dispositivo intrauterino medicato al rame (IUD-Cu, detto anche spirale) è un mezzo molto efficace e duraturo. Nel primo anno di utilizzo nell’uso teorico si registrano 0,6 gravidanze su 100 di utenti, nell’uso tipico 0,8 gravidanze/100 utilizzatrici. La possibilità di una gravidanza, che è comunque molto bassa, può verificarsi anche in presenza di un dispositivo correttamente posizionato (a contatto cioè del fondo della cavità uterina).

Meccanismo d'azione
 
La presenza di un corpo estraneo induce nell´utero una reazione simil-infiammatoria, con produzione di cellule (linfociti, macrofagi e altre) e di sostanze prostaglandiniche che rendono difficoltoso l´annidamento e che sono dannose per gli spermatozoi (6) (7). Allo scopo di potenziare la sua azione contraccettiva, al semplice dispositivo inerte (che non si trova più in commercio) è stato aggiunto un sottile filamento di rame. Quest´ultimo, strettamente avvolto all´asta del dispositivo, potenzia l´effetto meccanico esercitato dalla spirale, agendo come uno “spermicida”. Gli ioni di rame, infatti, una volta liberati nella cavità uterina, svolgono un´azione diretta sugli spermatozoi, sia inibendone la motilità sia alterandone la capacità di fecondare l´ovulo. La spirale impedisce, per effetto meccanico e chimico, l´annidamento dell´ovulo fecondato nello endometrio; è usata anche come contraccettivo di emergenza.
 
Controindicazioni

Non tutte le donne possono usare la spirale medicata al rame: esistono controindicazioni assolute e relative.
 


SISTEMA INTRAUTERINO ORMONALE (IUS-LNG)

Il sistema intrauterino ormonale (IUS, dall’inglese IntraUterine System) rappresenta un recente approccio contraccettivo ed una moderna alternativa all’utilizzo di un ormone progestinico (per esempio il levonorgestrel), attraverso il rilascio di tale sostanza direttamente nella cavità uterina. Il dispositivo, a forma di T come le più moderne spirali al rame, presenta nella parte verticale un deposito costituito da una membrana semi-permeabile che contiene l’ormone. Ogni giorno viene rilasciata nella cavità uterina una piccola quantità regolare di progestinico. Il dispositivo può rimanere nell’utero per un periodo di 3 - 5 anni, dopodiché va sostituito. L’efficacia di questo metodo è superiore a quella degli altri dispositivi intrauterini e fa registrare entro il primo anno di uso  0,2 gravidanze/100 donne che lo utilizzano.
 
Meccanismo d'azione
 
Le spirali medicate al progestinico potenziano l´effetto meccanico della normale spirale (che impedisce l’annidamento dell´ovulo fecondato), agendo localmente sull’endometrio (la mucosa dell´utero) e rendendolo molto sottile. Le ghiandole endometriali si riducono di numero e quelle presenti tendono ad atrofizzarsi (8), rendendo l’habitat endometriale non adeguato all’annidamento (7). Agiscono, inoltre, sul muco cervicale che diventa più vischioso ed  impenetrabile agli spermatozoi che incontrano, così, difficoltà a  raggiungere la cavità uterina.
 
Controindicazioni
 
Anche per la spirale medicata al progestinico: esistono controindicazioni assolute e relative.
 
Effetti collaterali
 
E’ opportuno tenere presente le complicazioni legate all’uso delle spirali: malore vagale (pallore, sudorazione, bradicardia, nausea, vomito fino alla perdita di conoscenza) che si verifica in donne che soffrono di tali disturbi in occasione di prelievi di sangue o che sono terrorizzate dall’idea del minimo dolore; perforazioni uterine (1/1.000), espulsioni (5-15/100 donne/anno), dolori pelvici e menometrorragie che richiedono la rimozione della spirale nel 15-20% delle donne all’anno. Nei primi 6 mesi di utilizzo può provocare irregolarità nel ciclo e spotting; può causare mal di testa, tensione mammaria e acne (dipende dal dosaggio del progestinico intrauterino)
 
Rischi
 

Il rischio maggiore nell’uso delle spirali è lo sviluppo di infiammazioni e infezioni a carico degli organi genitali interni, la cui forma più grave è la pid o malattia infiammatoria pelvica, che colpisce maggiormente le donne più giovani (età inferiore ai 20 - 25 anni ) e che non hanno avuto gravidanze, ed è di circa 7-8 volte più frequente rispetto alle donne della stessa età che non usano la spirale e che potrebbe interferire con la fertilità futura della donna e comprometterla seriamente. Nelle donne che usano la spirale l’incidenza delle gravidanze extrauterine é 3-10 volte più alta rispetto alle altre donne.
 
A quanti concepiti le spirali impediscono ogni anno di essere accolti nell’utero delle loro madri?
 
Il tasso di utilizzo della spirale secondo i dati del Ministero della Salute del 2008 (9) è stato del 4%, per cui nell’anno 2017 è stata utilizza da 517.809 donne (per un totale di 6.213.705 cicli), di cui 345.551 donne coniugate o con unione stabile, per un totale di 4.146.165 cicli. Nonostante le spirali siano utilizzate da una bassa percentuale di donne, esse producono il maggior numero di aborti in Italia (nel 2017 tra 1.056.330 e 1.243.849 ) e nel mondo (344.422.000 aborti nelle 169 milioni di donne che le usano).

(1) Quartararo P, 1995, Dalla parte della donna, Cofese Edizioni, Palermo
(2) De Cecco L, 1981, Attualità in ginecologia, ostetricia e medicina perinatale vol. 1, C.G. Edizioni Medico Scientifiche, Torino
(3) Crosignani PG, 2010, La contraccezione. Quando, perchè e come, Franco Angeli, Milano
(4) Bellone F, Bruni V, 1990, Ginecologia dell’infanzia e dell’adolescenza, SEU, Roma
(5) https://www.paginemediche.it/benessere/sesso-e-sessualita/spirale-contraccettiva-cos-e-e-come-funziona, accesso del 22 marzo 2020
(7) Arisi E, Bruni V, Di Spiezio Sardo A, Dubini V, Gubbini G, Parazzini FE, 2014,  Italian guidelines on the effective and appropriate use of intrauterine contraception, Italian Journal of Gynecolgy & Obstetrics, 26(4), 7-20
(8) http://www.sceglitu.it/contraccezione/spirale-rilascio-di-p-0/art-51, accesso del 22 marzo 2020
(9) Ministero della Salute, 2008, Lo stato di salute delle donne in Italia, disponibile su http://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioPubblicazioniDonna.jsp?lingua=italiano&id=764, accesso del 22 marzo 2020

 

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